Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 15160 del 2 aprile 2014

ECLI:IT:CASS:2014:15160PEN

Massima

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Il giudice può disporre la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di un indagato per il reato di tentata estorsione aggravata, qualora emerga un quadro indiziario di grave pericolosità sociale, desumibile dai precedenti specifici dell'indagato, dalle modalità intimidatorie della condotta contestata, rientranti nel metodo mafioso, e dalla sua comprovata incapacità di rispettare prescrizioni inerenti misure meno afflittive, anche in considerazione del contesto territoriale ad alta densità mafiosa in cui il fatto si è realizzato. Tali elementi, valutati congiuntamente, possono giustificare l'applicazione della misura cautelare più rigorosa, in quanto denotano il concreto pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio, nonostante l'eventuale precedente osservanza di prescrizioni inerenti misure di prevenzione, atteso che la recidiva immediata dopo la rimessione in libertà è indice di assoluta inaffidabilità dell'indagato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. VILLONI Orland - rel. Consigliere

Dott. APRILE Ercole - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), n. (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 1324/2013 Tribunale di Palermo, Sezione per il Riesame del giorno 15/10/2013;

esaminati gli atti e letti i ricorsi ed il provvedimento decisorio impugnato;

udita in camera di consiglio la relazione del Consigliere Dott. ((omissis));

udito il Pubblico Ministero in persona del sostituto PG, Dott. D'((omissis)) che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

sentito il difensore del ricorrente,…

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