Cassazione penale Sez. V sentenza n. 40060 del 14 ottobre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:40060PEN

Massima

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Il giudice può legittimamente applicare la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di un indagato per reati associativi in materia di spaccio di droga, quando sussistano gravi indizi di colpevolezza desumibili da intercettazioni telefoniche, servizi di osservazione e altri elementi di prova, che dimostrino l'appartenenza dell'indagato a un'associazione dedita all'importazione e commercializzazione di sostanze stupefacenti in maniera continuativa, nonché il pericolo concreto di reiterazione del reato, in ragione del fatto che l'attività illecita costituiva per l'indagato una stabile fonte di reddito. In tali casi, il giudice non è tenuto a formulare una prognosi negativa con riferimento a fatti specifici, essendo sufficiente la valutazione complessiva degli elementi indiziari e delle esigenze cautelari ai sensi dell'art. 133 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) VI. DR. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 05/02/2009 TRIB. LIBERTA' di BOLOGNA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARROZZA ARTURO;

lette/sentite le conclusioni del P.G. Dr. BAGLIONE Tindari, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

FATTO E DIRITTO

1. - Il Tribunale di Bologna ha confermato l'ordinanza del GIP dello stesso ufficio che aveva applicato ne…

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