Cassazione penale Sez. II sentenza n. 46735 del 22 novembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:46735PEN

Massima

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Il criterio distintivo tra il reato di truffa e quello di estorsione, allorquando il fatto è connotato dalla minaccia di un male, risiede essenzialmente nel diverso modo di atteggiarsi della condotta lesiva e della sua incidenza nella sfera soggettiva del soggetto passivo. Ricorre la fattispecie della truffa se il male viene ventilato come possibile ed eventuale e comunque non proveniente direttamente o indirettamente da chi lo prospetta, in modo che l'offeso non è coartato nella sua volontà, ma si determina alla prestazione costituente l'ingiusto profitto dell'agente perché tratto in errore dalla esposizione di un pericolo inesistente. Si configura invece il reato di estorsione se il male viene indicato come certo e realizzabile ad opera del reo o di altri, onde l'offeso è posto nella ineluttabile alternativa di far conseguire all'agente il preteso profitto o di subire il male minacciato. La ripartizione delle regiudicande nell'ambito del tribunale tra giudice monocratico e collegiale fuoriesce dal concetto di competenza tecnicamente inteso, al punto che gli eventuali conflitti tra organi diversi dello stesso "giudice" sono risolti in forza dell'articolo 28 c.p., comma 2, dedicato alla risoluzione dei conflitti per casi "analoghi" a quelli di competenza, e quindi non riconducibili a questi. Le circostanze attenuanti generiche non possono essere intese come oggetto di benevola e discrezionale "concessione" del giudice, in ragione del principio di legalità che ne deve assistere l'applicazione, ma come il riconoscimento di situazioni non contemplate specificamente, non comprese tra le circostanze da valutare ai sensi dell'articolo 133 cod. pen. e che presentano connotazioni tanto rilevanti e speciali da esigere una più incisiva, particolare considerazione ai fini della quantificazione della pena. Il diniego delle stesse può essere legittimamente fondato anche sull'apprezzamento di un solo dato negativo, oggettivo o soggettivo, che sia ritenuto prevalente rispetto ad altri elementi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenic - Presidente

Dott. MACCHIA A. - rel. Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

Dott. CARRELLI PALOMBI Roberto - Consigliere

Dott. DI MARZIO Fabrizi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 181/2012 CORTE APPELLO di ANCONA, del 08/10/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 19/11/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ALBERTO MACCHIA.

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Mura A., che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. (OMISSIS) che insiste per l'accoglimento del ricorso.

OSSERVA

Con se…

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