Cassazione penale Sez. V sentenza n. 9636 del 13 marzo 2012

ECLI:IT:CASS:2012:9636PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La valutazione della credibilità e attendibilità delle dichiarazioni delle parti offese in un procedimento penale non può essere inficiata da lievi incongruenze o imprecisioni nelle loro versioni, quando tali discrepanze siano giustificabili e non incidano in modo determinante sulla ricostruzione dei fatti essenziali. Il giudice, nel motivare il proprio convincimento, deve dare conto in modo logico e ragionevole di tali apparenti contraddizioni, senza che ciò comporti necessariamente l'inattendibilità complessiva delle deposizioni. L'esame della credibilità delle persone offese deve essere condotto in modo complessivo, valorizzando tutti gli elementi di riscontro disponibili, senza fermarsi a singoli aspetti marginali o di dettaglio che non inficino la genuinità e la coerenza sostanziale delle dichiarazioni. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione della prova, sindacabile in sede di legittimità solo per manifesta illogicità o irragionevolezza della motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SCALERA Vito - rel. Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 1059/2011 TRIB. LIBERTA' di TORINO, del 06/06/2011

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. VITO SCALERA;

lette/sentite le conclusioni del PG.

Udite le conclusioni del Procuratore Generale in persona del Sostituto dott. ((omissis)), che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA

(O…

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