Cassazione penale Sez. II sentenza n. 41152 del 7 ottobre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:41152PEN

Massima

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Il dolo generico richiesto per il reato di danneggiamento non può essere escluso sulla base della sola mancanza di prova della coscienza e volontà di danneggiare, dovendo il giudice valutare la condotta complessiva dell'imputato, anche in relazione ai rapporti con la persona offesa, al fine di accertare l'elemento psicologico del reato. Il risarcimento del danno, essendo un fatto successivo alla commissione del reato, non incide sulla sussistenza del danneggiamento, ma al più può rilevare ai fini dell'attenuante di cui all'art. 62, n. 6, c.p., oltre a costituire la prova della modificazione della cosa altrui e della diminuzione in forma apprezzabile del suo valore. Qualora il giudice ritenga insussistente il reato di danneggiamento, deve comunque valutare se la condotta possa integrare il reato di cui all'art. 639 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Domenico - Presidente

Dott. FIANDANESE Franco - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita B. - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - rel. Consigliere

Dott. DI MARZIO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Procuratore Generale presso la Corte di appello di Lecce - Sezione distaccata di Taranto - avverso la sentenza del Tribunale di Taranto - Sezione distaccata di Ginosa - in data 10/03/2011 con la quale veniva confermata la sentenza di assoluzione di (OMISSIS), (n. il (OMISSIS)) imputato del reato di danneggiamento, emessa dal Giudice di Pace di Taranto.

Sentita la relazione della causa fatta, in pubblica udienza, dal Consigliere Adriano Iasillo.

Udita la requisitoria del …

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