Cassazione penale Sez. V sentenza n. 49147 del 3 dicembre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:49147PEN

Massima

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Il reato di bancarotta fraudolenta per distrazione si configura quando l'amministratore di una società fallita ha distratto beni sociali, cagionando un danno concreto e apprezzabile al patrimonio dell'impresa e, quindi, alla garanzia dei creditori. L'accertamento dell'elemento oggettivo della pericolosità del fatto distrattivo e del dolo generico deve valorizzare la ricerca di "indici di fraudolenza", come la disamina della condotta alla luce della condizione patrimoniale e finanziaria dell'azienda, il contesto in cui l'impresa ha operato, le cointeressenze dell'amministratore rispetto ad altre imprese coinvolte, e l'irriducibile estraneità del fatto generatore dello squilibrio tra attività e passività rispetto a canoni di ragionevolezza imprenditoriale. Tali elementi sono necessari per dare corpo, da un lato, alla prognosi postuma di concreta messa in pericolo dell'integrità del patrimonio dell'impresa, funzionale ad assicurare la garanzia dei creditori, e, dall'altro, all'accertamento in capo all'agente della consapevolezza e volontà della condotta in concreto pericolosa. La determinazione della pena accessoria di inabilitazione all'esercizio di impresa commerciale e incapacità ad esercitare uffici direttivi presso qualsiasi impresa, prevista dalla legge fallimentare, deve essere effettuata dal giudice di merito in concreto, sulla base dei criteri di cui all'art. 133 c.p., a seguito della declaratoria di illegittimità costituzionale della previsione di una durata fissa di dieci anni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Presidente

Dott. BELMONTE ((omissis)) - Consigliere

Dott. DE MARZO Giusep - rel. Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabetta - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 30/11/2017 della CORTE APPELLO di VENEZIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. GIUSEPPE DE MARZO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. CORASANITI GIUSEPPE, che ha concluso chiedendo il rigetto;
il difensore presente avv. ((omissis)), in sostituzione dell'avv. (Ndr: testo originale non comprensibile).
RITENUTO IN FATTO

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