Cassazione penale Sez. II sentenza n. 20956 del 23 maggio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:20956PEN

Massima

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Il possesso di un contrassegno assicurativo contraffatto, anche da parte di chi non è proprietario del veicolo su cui è apposto, integra il reato di ricettazione, qualora l'imputato non sia in grado di fornire plausibili spiegazioni in ordine al possesso di tale documento falso. La valutazione della sussistenza dell'elemento psicologico del reato, basata sull'attendibilità della testimonianza e sulle circostanze del caso concreto, rientra nel merito della decisione e non è sindacabile in sede di legittimità, salvo vizi logici macroscopici. Parimenti, la determinazione della pena, entro i limiti edittali, e il diniego delle circostanze attenuanti generiche sono rimessi alla discrezionalità del giudice di merito e non possono essere censurati in Cassazione, se sorretti da adeguata motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. CAMMINO Matilde - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. LOMBARDO Luigi G. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 3733/2012 CORTE APPELLO di ROMA, del 04/07/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 09/05/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. LUIGI GIOVANNI LOMBARDO;

Udito il Procuratore generale in persona del Dott. GALLI Massimo che ha concluso per annullamento senza rinvio per essere il reato estinto per prescrizione.

Udito il difensore Avv. (OMISSIS), che ha concluso …

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