Cassazione penale Sez. V sentenza n. 28292 del 28 giugno 2013

ECLI:IT:CASS:2013:28292PEN

Massima

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Il giudice di merito deve valutare con il necessario rigore l'attendibilità delle dichiarazioni della persona offesa, specie quando siano prive di riscontri esterni, e non può fondare l'affermazione di responsabilità dell'imputato su una motivazione meramente apparente o apodittica. Inoltre, ai fini del riconoscimento dell'esimente della provocazione, non è necessario che la reazione dell'imputato avvenga contestualmente all'offesa ricevuta, essendo sufficiente che essa abbia luogo finché duri lo stato d'ira suscitato dal fatto provocatorio, a nulla rilevando che sia trascorso del tempo, ove il ritardo nella reazione sia dipeso unicamente dalla natura e dalle esigenze proprie degli strumenti adoperati per ritorcere l'offesa. Il giudice di merito, pertanto, deve esaminare attentamente le specifiche doglianze sollevate dall'imputato in sede di impugnazione, confrontandosi con esse in modo esplicito e non limitandosi a motivazioni meramente apparenti o apoditiche.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo A. - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

(OMISSIS), nata a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 19/7/2011 del Tribunale di Genova;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Luca Pistorelli;

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. SALZANO Francesco che ha concluso per l'inammissibilita' dei ricorsi.

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza del 19 lug…

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