Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esercizio della propria giurisdizione esclusiva in materia di concessioni di pubblici servizi, ha stabilito che il concessionario di un servizio pubblico titolare di una concessione di beni demaniali non ha un diritto soggettivo al riequilibrio economico-finanziario del rapporto concessorio, ma soltanto una posizione di interesse legittimo pretensivo finalizzata all'avvio del procedimento di verifica da parte dell'amministrazione concedente della proposta di revisione presentata dal concessionario ai sensi dell'art. 165, comma 6, del D.lgs. n. 50/2016. Pertanto, l'amministrazione concedente, pur non essendo obbligata ad accogliere la richiesta di revisione del concessionario, è tenuta ad avviare il procedimento di valutazione della proposta di revisione presentata dal concessionario, al fine di accertare se il rapporto concessorio abbia effettivamente perso il suo originario equilibrio economico-finanziario per fatti non riconducibili al concessionario e, in tal caso, se sia meritevole di revisione, anche parziale, ovvero se non sussistano i presupposti per la revisione. Solo all'esito di tale procedimento, l'amministrazione potrà legittimamente rigettare la proposta di revisione, motivando adeguatamente le ragioni del diniego, ovvero accoglierla, in tutto o in parte, procedendo alla revisione del rapporto concessorio. In caso di mancato accordo sul riequilibrio del piano economico finanziario, le parti possono recedere dal contratto, con diritto del concessionario al rimborso degli importi previsti dall'art. 176, comma 4, lettere a) e b), del D.lgs. n. 50/2016.