Cassazione penale Sez. V sentenza n. 18558 del 11 maggio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:18558PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La legittima difesa non può essere invocata da chi ha dato inizio a una condotta aggressiva e violenta, anche qualora la vittima sia intervenuta per sedare la lite. Infatti, la legittima difesa presuppone una reazione proporzionata e necessaria a respingere un'aggressione ingiusta, che non può configurarsi quando l'imputato ha dato origine al conflitto con un comportamento illecito. In tali casi, la condotta della vittima volta a porre fine alla lite non può essere considerata un'aggressione che legittimi una reazione difensiva da parte dell'aggressore iniziale. Il diritto di difesa, pertanto, non può essere riconosciuto a chi ha provocato l'evento lesivo con la propria condotta illecita, essendo irragionevole ipotizzare uno stato di legittima difesa per un evento a cui l'imputato ha dato avvio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Presidente

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

FE. Gi. , nato il (OMESSO);

F. G. , nato il (OMESSO);

Avverso la sentenza dell'11.2.2010 della Corte d'Appello di Caltanissetta;

sentita la Relazione svolta dal Cons. Dr. ((omissis))mo Sandrelli;

sentite le Requisitorie del PG. (nella persona del Cons. Dr. ((omissis))) che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

IN FATTO

Il Tribunale di Gela ha condannato il …

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