Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La condanna per il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, considerato come unico reato ai sensi dell'art. 219, comma 2, n. 1, L.F., può essere fondata su dichiarazioni di testimoni e di coimputati, che costituiscono prove piene, senza che sia necessario ricorrere a una valutazione meramente indiziaria. Tuttavia, nel determinare la pena, il giudice deve tenere conto della riduzione di un terzo prevista per il rito abbreviato, nonché della possibilità di applicare le circostanze attenuanti generiche, al fine di pervenire a una sanzione proporzionata alla gravità del fatto e alla personalità dell'imputato. Inoltre, qualora il dispositivo della sentenza di primo grado abbia operato un semplice cumulo materiale tra le diverse condotte di bancarotta, il giudice di appello deve provvedere a una loro effettiva riunione ai sensi dell'art. 219 L.F., in quanto tale disposizione prevale sulla sola motivazione.