In tema di infrazioni valutarie, gli artt. 2 e 4 del decreto - legge 6 giugno 1956, n. 476, convertito in legge 25 luglio 1956, n. 786 che vietavano ai residenti in Italia di compiere qualsiasi atto idoneo a produrre obbligazioni fra essi e non residenti, ovvero di ricevere pagamenti da non residenti o effettuare pagamenti a non residenti, direttamente o per conto dei medesimi, se non in conformità del disposto degli artt. 2 e 3, sono stati abrogati, con effetto dal 1° gennaio 1989, dall'art. 42 del d.P.R. 31 marzo 1988, n. 148. Lo "ius superveniens" rappresentato da quest'ultima disposizione, pur in difetto di norme di diritto intertemporale, è applicabile anche d'ufficio in tutti i procedimenti giurisdizionali pendenti alla data di entrata in vigore della legge 7 novembre 2000, n. 326 la quale, ha modificato il d.P.R. n. 148 del 1988 abrogando l'art. 23, che in materia valutaria prevedeva l'ultrattività delle norme vigenti alla data di commissione dell'illecito, ed introducendo l'art. 23 bis, che ha esteso alle sanzioni amministrative per violazioni valutarie i principi di legalità ed irretroattività, nonché quello di retroattività della legge più favorevole all'autore dell'infrazione.