Cassazione penale Sez. V sentenza n. 12488 del 30 marzo 2010

ECLI:IT:CASS:2010:12488PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, ai fini dell'applicazione della custodia cautelare in carcere, può essere desunto dalla sussistenza di precedenti penali per reati della stessa specie, anche se di lieve entità, nonché dalla previsione di una pena non sospensivamente condizionata, a prescindere dalla sussistenza di una stabile attività lavorativa da parte dell'indagato. Il giudice, nel valutare la sussistenza di tale pericolo, deve tenere conto della concreta pericolosità sociale del soggetto, desumibile dal suo complessivo tenore di vita e dalla sua pregressa condotta, senza che assuma rilievo determinante la mera esistenza di precedenti penali, specie se di lieve entità. Tuttavia, la presenza di tali precedenti, unitamente alla previsione di una pena non sospensivamente condizionata, costituisce un elemento di valutazione che, nel quadro di una complessiva valutazione della personalità dell'indagato, può giustificare l'applicazione della misura cautelare più grave, ove il giudice ritenga concreto e attuale il pericolo di reiterazione del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTELLA Mario - rel. Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - rel. Consigliere

Dott. SANDRELLI Gian Giacomo - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) AL. MU. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 824/2009 TRIB. LIBERTA' di FIRENZE, del 13/07/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ARTURO CARROZZA;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. Di Popolo Angelo che chiede di dichiarare l'inammissibilita'.

FATTO E DIRITTO

1.-. Il Tribunale di Firenze ha rigettato l'istanza di riesame proposta dal Mu. Al. avver…

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