Cassazione penale Sez. II sentenza n. 6802 del 17 febbraio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:6802PEN

Massima

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Il sequestro preventivo e la successiva confisca dei beni patrimoniali previsti dal Decreto Legge 8 giugno 1992, n. 306, articolo 12 quinquies e sexies, convertito in Legge 8 luglio 1992, n. 356, non sono subordinati all'accertamento di un nesso eziologico tra i reati tassativamente enunciati nella norma di riferimento ed i beni oggetto della cautela reale e del successivo provvedimento ablatorio, dal momento che il legislatore ha operato una presunzione di accumulazione, senza distinguere se tali beni siano o meno derivati dal reato per il quale si procede od è stata inflitta la condanna. Ne consegue che non è necessaria la sussistenza del nesso di pertinenzialità tra cosa e reato previsto dall'articolo 240 c.p., bensì un vincolo pertinenziale, di significato peculiare e più ampio, tra il bene e l'attività delittuosa facente capo al soggetto, connotato dalla mancanza di giustificazione circa la legittima provenienza del patrimonio nel possesso del soggetto nei confronti del quale sia stata pronunciata condanna o sia stata disposta l'applicazione della pena. Tale presunzione di provenienza illecita dei beni patrimoniali non contrasta con i parametri costituzionali, posto che l'elemento della "sproporzione" deve, comunque, essere accertato attraverso una ricostruzione storica della situazione dei redditi e delle attività economiche del condannato al momento dei singoli acquisti, il quale può esporre fatti e circostanze specifiche e rilevanti, indicando puntualmente le proprie giustificazioni. Inoltre, in tema di sequestro preventivo, la verifica delle condizioni di legittimità della misura cautelare da parte del Tribunale del riesame o della Corte di Cassazione non può tradursi in anticipata decisione della questione di merito concernente la responsabilità della persona sottoposta ad indagini in ordine al reato oggetto di investigazione, ma deve limitarsi al controllo di compatibilità tra la fattispecie concreta e quella legale, rimanendo preclusa ogni valutazione riguardo alla sussistenza degli indizi di colpevolezza ed alla gravità degli stessi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI Secondo Libe - Presidente

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. POLICHETTI Renato - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Avvocato Pastore Gaetano quale difensore di Vi. Al. (n. il (OMESSO));

avverso l'ordinanza del Tribunale di Salerno, in data 20/10/2008.

Sentita la relazione della causa fatta dal Consigliere Dott. Adriano Iasillo.

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale Dott. Mario Fraticelli, il quale ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

Udito il difensore che ha concluso per l'accoglimento del r…

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