Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25267 del 1 luglio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:25267PEN

Massima

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Il reato di falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri, di cui all'art. 495 c.p., si configura anche nel caso in cui l'imputato abbia reso molteplici dichiarazioni, tutte fra loro diverse, in merito alle proprie generalità, senza che sia necessario accertare quali di tali dichiarazioni siano effettivamente mendaci. Infatti, la condotta tipica del reato si realizza con il solo fatto di aver fornito false indicazioni sul proprio stato, sulla propria identità, di cui la data di nascita costituisce uno degli elementi essenziali, ovvero su tutte le altre indicazioni che concorrono a stabilire le condizioni della persona, ad individuarla ed identificarla. Pertanto, il reato è integrato anche nel caso in cui l'imputato abbia reso dichiarazioni contrastanti sulle proprie generalità, a prescindere dall'accertamento della veridicità di una sola di esse. Tale principio, ormai consolidato nella giurisprudenza di legittimità, si fonda sulla ratio della norma, volta a tutelare l'affidamento della pubblica amministrazione e dei pubblici ufficiali nell'esattezza e veridicità delle informazioni fornite dai cittadini, a garanzia del corretto svolgimento dell'attività istituzionale. Conseguentemente, la condotta del soggetto che renda molteplici dichiarazioni contraddittorie sulle proprie generalità integra il reato di cui all'art. 495 c.p., a prescindere dall'accertamento della veridicità di una sola di esse.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. GUARDIANO Alfredo - rel. Consigliere

Dott. BELMONTE Maria Teresa - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. VENEGONI Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 18/01/2019 della CORTE APPELLO di TORINO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere GUARDIANO ALFREDO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore MIGNOLO OLGA.
FATTO E DIRITTO
Con la sentenza di cui in epigrafe la corte di appello di Torino confermava la sentenza con cui il tribunale di Torino, in data 30.6.2018, aveva condannato (OMISSIS) alla pena ritenu…

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