Il diniego del permesso di costruire in sanatoria ai sensi dell'art. 36 del D.P.R. n. 380/2001 è legittimo quando le opere abusive realizzate in area sottoposta a vincolo paesaggistico hanno determinato la creazione di nuove superfici o volumi utili, in quanto l'art. 167, comma 4, del D.Lgs. n. 42/2004 preclude l'accertamento di compatibilità paesaggistica per tali interventi, salvo le limitate eccezioni di cui al D.P.R. n. 31/2017. La regola generale è che per gli immobili sottoposti a vincolo paesaggistico ogni intervento edilizio debba essere preventivamente autorizzato, in quanto l'esame di compatibilità paesaggistica deve sempre precedere la realizzazione dell'opera. Pertanto, nuove volumetrie o incrementi volumetrici abusivi, quand'anche fossero sanabili sotto il profilo urbanistico, non sono suscettibili di accertamento di compatibilità paesaggistica, essendo preclusa qualsiasi forma di legittimazione del fatto compiuto. Il diniego del permesso di costruire in sanatoria è quindi legittimo anche in presenza di pareri favorevoli della Commissione locale per il paesaggio e della Soprintendenza, nonché dell'autorizzazione sismica, in quanto il tassativo divieto imposto dall'art. 167, comma 4, del D.Lgs. n. 42/2004 prevale su ogni altra considerazione.