Il rispetto delle prescrizioni di tutela paesaggistica contenute nei piani territoriali paesaggistici costituisce un limite all'esercizio del diritto di proprietà, imponendo la conservazione del patrimonio naturale esistente e il divieto di movimenti di terra e trasformazioni dei caratteri morfologici e paesaggistici dei versanti, anche ai fini del mantenimento dell'equilibrio idrogeologico. Pertanto, gli interventi di demolizione e ricostruzione di un immobile, che comportino modifiche sostanziali della sagoma, della forma, delle dimensioni planovolumetriche e del linguaggio architettonico rispetto all'edificio preesistente, devono essere qualificati come "nuova costruzione" e non come "ristrutturazione edilizia", con la conseguente necessità di ottenere l'autorizzazione paesaggistica. L'amministrazione preposta alla tutela del vincolo paesaggistico, nell'esercizio della propria discrezionalità tecnica, è tenuta a valutare la compatibilità del progetto con le prescrizioni del piano paesaggistico, senza che possa trovare applicazione la disciplina sul silenzio-assenso, in ragione dell'esigenza di tutela dell'ambiente e del rischio idrogeologico. La valutazione caso per caso della compatibilità paesaggistica dell'intervento non consente di ritenere illegittima la previsione del piano che vieta le nuove costruzioni nell'area tutelata, in quanto tale divieto mira a garantire la conservazione del patrimonio naturale esistente e l'equilibrio idrogeologico del territorio.