Cassazione penale Sez. III sentenza n. 1075 del 18 gennaio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:1075PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza ai fini dell'applicazione di una misura cautelare, deve limitarsi a verificare la congruità e la logicità della motivazione del provvedimento impugnato, senza poter riesaminare nel merito la ricostruzione dei fatti e la valutazione dell'attendibilità delle fonti probatorie, purché tale motivazione sia adeguatamente espressa. Tuttavia, in tema di esigenze cautelari, il giudice è tenuto a compiere un'analisi logica e coerente dei dati fattuali e della personalità dell'indagato, correlando la pericolosità sociale alle specifiche modalità e circostanze del fatto, nonché ai concreti comportamenti e alla pregressa condotta dell'indagato, senza poter affermare la sussistenza di tali esigenze in modo generico e apodittico. Pertanto, l'ordinanza che abbia omesso tale puntuale motivazione in ordine alla pericolosità sociale dell'indagato deve essere annullata con rinvio per un nuovo esame.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. TERESI Alfredo - rel. Consigliere

Dott. FRANCO Amedeo - Consigliere

Dott. AMORESANO Silvio - Consigliere

Dott. RAMACCI Luca - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Fa. Ma. , nata a (OMESSO);

avverso l'ordinanza del Tribunale di Venezia in data 30.04.2010 che ha rigettato la richiesta di riesame proposta avverso l'ordinanza in data 1.04.2010 con cui il GIP del Tribunale di Verona le ha applicato la misura cautelare degli arresti domiciliari per il reato di cui al Decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990, articolo 73, comma 1 bis;

Visti gli atti, l'ordinanza denunciata e il ricorso;…

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