Cassazione penale Sez. V sentenza n. 35086 del 29 settembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:35086PEN

Massima

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Il giudice di appello, nel confermare la sentenza di condanna per il reato di ingiuria, può fondare il proprio giudizio di credibilità delle persone offese e la forza dimostrativa delle loro dichiarazioni accusatorie su argomentazioni storico-valutative espresse con logica linearità e chiarezza, senza che ciò possa essere censurato in sede di legittimità, in quanto esulante dal sindacato di mera legittimità riservato alla Corte di Cassazione. Inoltre, l'inammissibilità del ricorso per manifesta infondatezza dei motivi non consente l'instaurazione di un valido rapporto di impugnazione in sede di legittimità e impedisce di rilevare e dichiarare le cause di non punibilità, ivi compreso l'eventuale decorso del termine di prescrizione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. BEVERE Antonio - rel. Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MO. CA. CA. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 3/2007 TRIB.SEZ.DIST. di BRONTE, del 01/10/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 22/04/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. BEVERE Antonio;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. MURA Antonio che ha concluso per inammissibilita'.

FATTO E DIRITTO

Con sentenza emessa l'1.10.09…

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