La revoca legittima di una procedura di gara d'appalto, fondata su sopravvenute e prevalenti ragioni di interesse pubblico, non esclude la configurabilità di una responsabilità precontrattuale della stazione appaltante ai sensi dell'art. 1337 c.c. qualora questa, pur essendo consapevole dell'esistenza di tali ragioni, abbia omesso di informare tempestivamente le imprese concorrenti, inducendole a confidare nella prosecuzione della procedura e a sostenere ulteriori spese. In tal caso, il risarcimento del danno è limitato al solo danno emergente, rappresentato dalle spese amministrative e di consulenza sostenute dalle imprese per la partecipazione alla gara nel periodo successivo alla maturazione della consapevolezza da parte della stazione appaltante delle ragioni di interesse pubblico, con esclusione del lucro cessante e di voci di danno non strettamente connesse alla partecipazione alla procedura. L'onere della prova delle spese effettivamente sostenute grava sull'impresa danneggiata, mentre la valutazione del quantum risarcitorio può essere effettuata in via equitativa, ai sensi degli artt. 1226 e 2056 c.c., ove risulti impossibile o eccessivamente difficile la prova analitica del danno.