Cassazione penale Sez. II sentenza n. 19547 del 18 maggio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:19547PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza per l'imputazione di associazione di tipo mafioso, deve esaminare gli elementi probatori nel loro complesso, senza frammentarne l'analisi, verificando se, coordinati e apprezzati globalmente secondo logica coerente, assumano la valenza richiesta dalla legge, anche in presenza di spiegazioni alternative per i singoli elementi. La motivazione del provvedimento cautelare è immune da vizi logici o giuridici quando espone le ragioni giuridicamente significative che lo hanno determinato, senza evidenti illogicità, risultanti "prima facie" dal testo. La presunzione di adeguatezza della custodia cautelare in carcere prevista per il reato di cui all'art. 416-bis c.p. può essere superata solo in presenza di elementi concreti idonei a contrastare tale presunzione, non essendo sufficienti la mera incensuratezza e l'esistenza di regolare attività lavorativa dell'indagato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) RU. PA. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 1577/2010 TRIB. LIBERTA' di MILANO, del 06/08/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIOVANNI DIOTALLEVI;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. SALVI Giovanni, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Il GIP presso il Tribunale di Milano, con ordinanza del 5 luglio 2010, ha applicato la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di Ru.…

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