Cassazione penale Sez. V sentenza n. 19324 del 6 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:19324PEN

Massima

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Il diniego dell'attenuante della provocazione deve essere adeguatamente motivato, in quanto tale circostanza attenua la gravità del reato e incide sulla determinazione della pena. Il giudice è tenuto a valutare attentamente tutti gli elementi di fatto che possono configurare una situazione di provocazione, anche al fine di garantire il rispetto del principio di proporzionalità della pena. La motivazione deve essere logica, coerente e fondata su un'approfondita analisi delle circostanze del caso concreto, senza omettere o trascurare elementi rilevanti. Solo in presenza di una motivazione esaustiva e convincente, il diniego dell'attenuante può ritenersi legittimo e conforme ai principi di diritto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - rel. Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato in (OMISSIS);

avverso la sentenza del 14/06/2012 della Corte d'Appello di Bologna;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con la sentenza impugnata, pronunciata a seguito di annullamento con rinvio, a…

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