Cassazione penale Sez. V sentenza n. 39852 del 23 ottobre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:39852PEN

Massima

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Il diritto di critica, quale manifestazione del diritto alla libera espressione del pensiero, può scriminare la diffamazione anche quando il fatto offensivo attribuito alla persona offesa risulti veritiero, purché ne ricorrano i presupposti, tra cui l'assenza di intento diffamatorio e la sussistenza di un interesse pubblico alla divulgazione dell'informazione. Pertanto, il giudice è tenuto a verificare, oltre all'effettiva veridicità del fatto, anche la ricorrenza di tali elementi, senza limitarsi alla mera constatazione dell'archiviazione del procedimento penale a carico della persona offesa. Solo all'esito di tale complessiva valutazione potrà essere esclusa la responsabilità penale dell'imputato per il reato di diffamazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) RU. FA., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 06/11/2007 CORTE APPELLO di GENOVA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. CALABRESE RENATO LUIGI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Luigi Ciampoli che ha concluso per l'annullamento senza rinvio perche' il fatto non costituisce reato.

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