Il reato di danneggiamento seguito da incendio di cui all'art. 424 c.p. richiede, come elemento costitutivo, il sorgere di un concreto pericolo di incendio, desumibile dalle circostanze e modalità della condotta, in relazione alle caratteristiche dell'oggetto danneggiato. Pertanto, non è configurabile tale reato quando il fuoco appiccato abbia caratteristiche tali che da esso non possa sorgere detto pericolo, essendo in tal caso applicabile la fattispecie meno grave del danneggiamento di cui all'art. 635 c.p. Inoltre, l'elemento soggettivo del reato di cui all'art. 424 c.p. richiede il dolo specifico di danneggiare mediante l'impiego del fuoco, non essendo sufficiente la mera accettazione del rischio di provocare l'incendio. Pertanto, i giudici di merito devono motivare adeguatamente in ordine all'effettiva insorgenza del pericolo di incendio, in relazione alle caratteristiche dell'oggetto danneggiato, nonché in ordine alla sussistenza del dolo specifico richiesto dalla fattispecie, senza poter fare ricorso a valutazioni meramente apodittiche.