Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13385 del 27 marzo 2019

ECLI:IT:CASS:2019:13385PEN

Massima

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Il falso materiale in atto pubblico non configura un falso innocuo quando, pur in assenza di intenti fraudolenti, l'alterazione degli elementi accessori del documento, come l'intestazione o la provenienza, è idonea a ingannare la fede pubblica sui fatti in esso rappresentati, anche se il contenuto sostanziale non è stato modificato. Infatti, l'innocuità del falso deve essere valutata non in relazione alle ragioni soggettive dell'agente, ma in base all'idoneità oggettiva dell'atto falsificato a conseguire uno scopo antigiuridico, indipendentemente dall'effettivo utilizzo che ne viene fatto. Pertanto, la mera trasposizione di una dichiarazione di smarrimento in una denuncia di furto, attraverso la tecnica del fotomontaggio, integra il reato di falso materiale in atto pubblico, in quanto tale alterazione, pur non modificando il contenuto sostanziale, è comunque idonea a ingannare la fede pubblica sui fatti rappresentati nel documento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MORELLI Francesca - Presidente

Dott. PEZZULLO Rosa - rel. Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. TUDINO Alessandrin - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI MESSINA;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 19/03/2018 della CORTE APPELLO di MESSINA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ROSA PEZZULLO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. FIMIANI PASQUALE che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio.
L'avv. (OMISSIS) chiede l&#x…

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