Cassazione penale Sez. II sentenza n. 27614 del 6 luglio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:27614PEN

Massima

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Il delitto di estorsione sussiste quando l'agente, mediante minaccia di un male ingiusto, costringe la persona offesa a dare o a fare una cosa, anche se la minaccia non è esplicitamente rivolta al compimento di un atto specifico, purché sia idonea a determinare nella vittima un fondato timore di subire un danno grave e imminente. La minaccia deve essere seria e concreta, tale da ingenerare nella persona offesa il convincimento di trovarsi di fronte a un pericolo reale e attuale, senza che sia necessario che l'agente abbia la concreta possibilità di realizzare la minaccia. Ai fini della configurabilità del reato, non è richiesto che la minaccia sia esplicitamente diretta a ottenere la dazione di denaro o altra utilità, essendo sufficiente che essa sia idonea a determinare nella vittima la rappresentazione di un pericolo grave e imminente, tale da indurla a cedere alle richieste dell'agente. Inoltre, la condotta estorsiva può realizzarsi anche attraverso una pluralità di atti, purché tra loro collegati da un nesso teleologico, senza che sia necessario che la minaccia e la dazione di denaro siano contestuali. Infine, il reato di estorsione è configurabile anche quando l'agente non abbia un effettivo diritto di credito nei confronti della persona offesa, essendo sufficiente che egli si rappresenti soggettivamente tale diritto, in assenza di una valida e riconosciuta pretesa giuridica.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. BARTOLINI Francesco - Consigliere

Dott. FIANDANESE Franco - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamill - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Go. Fr. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Torino, sezione 1 penale, in data 6.12.2006;

Sentita la relazione della causa fatta, in pubblica udienza, dal consigliere Dott. DAVIGO Piercamillo;

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, Dott. FEBBRARO Giuseppe, il quale ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile.

Osserva:

MOTIVI DELLA…

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