Cassazione penale Sez. V sentenza n. 739 del 14 gennaio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:739PEN

Massima

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Il falso in dichiarazione sostitutiva di certificazione, anche se non incidente sull'esito finale del procedimento, integra comunque il reato di cui all'art. 483 c.p. in quanto lesivo dell'interesse pubblico alla genuinità del documento, indipendentemente dall'uso concreto che ne viene fatto. La falsità della dichiarazione, resa ai sensi del D.P.R. n. 445 del 2000, art. 46, lett. e), è punita penalmente in quanto idonea a ledere la pubblica fede, a prescindere dalla circostanza che il diritto richiesto sarebbe spettato anche in assenza della falsa attestazione. Il principio di diritto affermato dalla giurisprudenza di legittimità esclude che il falso possa essere considerato innocuo sulla base della mera irrilevanza dell'uso concreto dell'atto, essendo sufficiente la sua idoneità a indurre in errore l'amministrazione pubblica circa la veridicità dei fatti dichiarati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - rel. Consigliere

Dott. SANDRELLI Gian Giacomo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PI. RO. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 2934/2007 CORTE APPELLO di CATANIA, del 25/02/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 22/09/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLO OLDI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Gioacchino Izzo che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Con sentenza in…

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