Cassazione penale Sez. II sentenza n. 9635 del 5 marzo 2019

ECLI:IT:CASS:2019:9635PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La valutazione della credibilità e attendibilità delle prove, ivi compresa la testimonianza della persona offesa, rientra nella discrezionalità del giudice di merito, il cui apprezzamento è incensurabile in sede di legittimità salvo che non risulti manifestamente illogico, contraddittorio o incompatibile con altri atti del processo. Il sindacato del giudice di cassazione sulla motivazione del provvedimento impugnato è limitato a verificare che questa sia effettiva, non manifestamente illogica, non internamente contraddittoria e non logicamente incompatibile con altri atti del processo, senza poter censurare la persuasività, l'inadeguatezza o la mancanza di rigore della stessa, né sollecitare una differente comparazione dei significati probatori attribuiti alle diverse prove. Parimenti, la determinazione della pena, anche in relazione agli aumenti ed alle diminuzioni previsti per le circostanze aggravanti ed attenuanti, rientra nella discrezionalità del giudice di merito, la cui valutazione è incensurabile in sede di legittimità se sorretta da sufficiente motivazione e non frutto di mero arbitrio o di ragionamento illogico. Anche il riconoscimento della recidiva, in quanto espressione di un giudizio di maggiore colpevolezza e pericolosità sociale del reo, è rimesso alla valutazione discrezionale del giudice di merito, la cui motivazione è immune da vizi logici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenico - Presidente

Dott. MANTOVANO Alfredo - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 08/06/2018 della CORTE APPELLO di MESSINA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. SANDRA RECCHIONE;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. SPINACI SANTE che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. La Corte di appello di appello di Messina confermava la condanna del ricorrente per i reati …

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