La demolizione e ricostruzione di un fabbricato preesistente, senza modifica di sagoma, superficie, volume e destinazione d'uso, per l'adeguamento sismico, rientra nell'ambito della ristrutturazione edilizia prevista dall'art. 3, comma 1, lettera d), del d.P.R. n. 380 del 2001 e non necessita di permesso di costruire ai sensi dell'art. 2, comma 1, lettera a), della legge regionale n. 19 del 2001. Pertanto, in caso di annullamento del permesso di costruire rilasciato per tali interventi, non trova applicazione la sanzione di cui all'art. 31 del d.P.R. n. 380 del 2001, ma le conseguenze previste dall'art. 38 dello stesso decreto, applicabile anche ai casi contemplati dall'art. 22, comma 3. La ristrutturazione edilizia, finalizzata all'adeguamento sismico di un fabbricato preesistente, senza alterazione delle sue caratteristiche dimensionali e funzionali, non costituisce trasformazione urbanistica ed edilizia soggetta a permesso di costruire, ma rientra nella categoria degli interventi edilizi minori, per i quali è sufficiente la denuncia di inizio attività o la comunicazione di inizio lavori asseverata. Pertanto, in caso di annullamento del permesso di costruire rilasciato per tali interventi, non trovano applicazione le sanzioni previste per gli abusi edilizi, ma le conseguenze di natura civilistica e amministrativa stabilite dalla legge per gli atti annullati. Il principio di diritto affermato mira a contemperare l'esigenza di tutela del territorio con quella di agevolare gli interventi di adeguamento sismico del patrimonio edilizio esistente, evitando l'applicazione di sanzioni sproporzionate rispetto alla natura e alle finalità degli interventi realizzati.