Il provvedimento amministrativo di rettifica di una variante al piano regolatore generale, adottato in violazione del giudicato formatosi su una precedente pronuncia giurisdizionale, è nullo ai sensi dell'art. 21-septies della legge n. 241/1990. La procedura di rettifica di cui all'art. 34 della legge provinciale n. 1/2008 è ammissibile solo in presenza di errori materiali, intesi come meri errori di trascrizione o di assemblaggio degli atti, senza alcuna incidenza sulla scelta urbanistica sottostante, e non può essere utilizzata per introdurre modifiche sostanziali allo strumento urbanistico, le quali richiedono l'espletamento della procedura di variante. L'Amministrazione comunale non può, pertanto, utilizzare il procedimento di rettifica per ripristinare una precedente destinazione urbanistica, definitivamente superata da una successiva variante organica di assestamento, adottata nel rispetto delle norme vigenti e delle statuizioni contenute in un precedente giudicato amministrativo.