Il reato di violazione di domicilio di cui all'art. 614 c.p. si configura sia nel caso di introduzione abusiva nell'altrui abitazione, sia nel caso di permanenza in essa contro la volontà espressa del titolare dello ius excludendi. La circostanza aggravante prevista dal comma 4 dello stesso articolo, che rende il reato perseguibile d'ufficio, ricorre quando la violenza o la minaccia siano finalizzate all'introduzione o alla permanenza nel domicilio altrui, a prescindere dalla clandestinità o meno dell'ingresso. Ai fini della configurabilità di tale aggravante, non è necessario che la violenza sia idonea a rimuovere l'ostacolo che si frappone all'attuazione dell'azione delittuosa, essendo sufficiente che essa sia diretta al mantenimento della permanenza nell'abitazione contro la volontà del titolare. Il concorso morale nel reato di violazione di domicilio aggravata dalla violenza sussiste anche per colui che, pur non compiendo direttamente atti di violenza, accompagna l'autore materiale nell'appartamento altrui e non si allontana dopo che questi ha posto in essere condotte violente, rafforzandone così il proposito criminoso.