La trasformazione di una zona di protezione in zona di rispetto venatorio, disposta da un atto amministrativo, è legittima e conforme all'ordinamento giuridico se tale provvedimento risulta coerente con la pianificazione faunistico-venatoria vigente, adottata dagli organi competenti, e non determina una lesione sproporzionata del diritto di proprietà dei soggetti interessati. Infatti, la tutela della fauna selvatica e la regolamentazione dell'attività venatoria rientrano nella competenza legislativa regionale e provinciale, che deve essere esercitata nel rispetto dei principi costituzionali e delle norme di settore, contemperando adeguatamente gli interessi pubblici e privati coinvolti. Pertanto, l'istituzione di una zona di rispetto venatorio, pur incidendo sulla facoltà di esercizio della caccia, non integra di per sé una violazione del diritto di proprietà, purché risulti giustificata dalla pianificazione faunistico-venatoria e non determini un sacrificio eccessivo e sproporzionato degli interessi dei proprietari o conduttori dei fondi interessati. In tal caso, l'eventuale impugnazione giurisdizionale del relativo provvedimento amministrativo risulta priva di interesse qualora il nuovo strumento di pianificazione faunistico-venatoria, adottato successivamente, abbia confermato la medesima disciplina, senza che i soggetti legittimati abbiano provveduto a impugnare tale nuovo atto di pianificazione.