Cassazione penale Sez. V sentenza n. 42751 del 19 settembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:42751PEN

Massima

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Il reato di riduzione in schiavitù o in servitù di cui all'art. 600 c.p. si configura quando l'agente esercita su una persona poteri corrispondenti a quelli del diritto di proprietà, implicanti la "reificazione" della vittima e il suo sfruttamento, ovvero quando riduce o mantiene una persona in uno stato di soggezione continuativa, imponendole prestazioni che ne comportano lo sfruttamento. Tale reato si distingue dallo sfruttamento della prostituzione, ma può coesistere con esso quando le condotte degli agenti, caratterizzate da cinismo e brutalità, privano le vittime dei documenti, dei guadagni, della libertà di movimento, della dignità e della facoltà di autodeterminazione, riducendole in una situazione di soggezione assoluta fino all'annichilimento della personalità. L'aggravante della transnazionalità di cui all'art. 4 L. n. 146/2006 ricorre quando alla commissione del reato abbia dato il suo contributo un gruppo criminale organizzato impegnato in attività illecite in più di uno Stato, come nel caso in cui il reclutamento delle donne avvenga in Romania, mentre lo sfruttamento della prostituzione si realizzi in Italia, in costante raccordo tra i gruppi criminali operanti nei due Paesi. Il diniego delle attenuanti generiche può essere adeguatamente motivato dal giudice di merito facendo riferimento agli elementi ritenuti decisivi o comunque rilevanti, senza necessità di prendere in considerazione tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli dedotti dalle parti o rilevabili dagli atti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. MAZZITELLI Caterina - Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - rel. Consigliere

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 23/06/2016 della CORTE ASSISE APPELLO di MESSINA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ROSA PEZZULLO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 23/6/2016, la Corte di Assise di Appello di Messina confermava la sentenza del G.u.p.…

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