Il giudice di legittimità dichiara inammissibile il ricorso per cassazione avverso l'ordinanza della Corte di Appello che aveva dichiarato inammissibile l'appello del condannato, in quanto i motivi di impugnazione non si confrontavano con l'argomento principale della sentenza di primo grado, ovvero i numerosi precedenti penali dell'imputato, che avevano determinato la dosimetria della pena, limitandosi a dedurre condizioni personali dell'appellante, quali la presenza di familiari in Italia e l'indigenza economica, senza confutare specificamente il fondamento della pena inflitta. L'impugnazione, pertanto, risulta generica e aspecifica, e per ciò solo inammissibile, in applicazione del principio per cui l'appellante deve confrontarsi con le ragioni poste a base della decisione impugnata, non potendo limitarsi a prospettare una diversa valutazione delle circostanze di fatto o di diritto, senza incidere sulle argomentazioni decisive della sentenza. La declaratoria di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una congrua sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende.