Cassazione penale Sez. I sentenza n. 10712 del 7 marzo 2013

ECLI:IT:CASS:2013:10712PEN

Massima

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Il tentativo di omicidio si configura quando l'azione dell'agente, pur non avendo cagionato la morte della vittima, è idonea a realizzare tale evento e rivela la coscienza e volontà di provocare lesioni personali gravissime o il decesso del soggetto passivo. A tal fine, rilevano elementi quali la natura e la micidialità del mezzo impiegato, le parti del corpo attinte, la reiterazione dei colpi e la distanza ravvicinata, che denotano l'animus necandi, anche in forma di dolo alternativo, senza che assumano decisiva rilevanza gli esiti concreti dell'azione, essendo sufficiente la sua potenziale idoneità a cagionare l'evento letale. L'attenuante della provocazione, invece, presuppone un fatto ingiusto altrui, tale da suscitare uno stato d'ira proporzionato, che non si configura nella mera volontà di interrompere o allentare una relazione extraconiugale, né in un comportamento "non civile" della vittima, ove non integrante la violazione di una norma giuridica o di una regola di condotta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M.S - Consigliere

Dott. BONI Monica - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 673/2010 CORTE APPELLO di PALERMO, del 09/02/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 19/02/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MONICA BONI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)) che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. (OMISSIS) il quale ha chiesto l'accoglimento del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

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