Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 25384 del 24 giugno 2011

ECLI:IT:CASS:2011:25384PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La mera esistenza di rapporti personali e confidenziali tra gli indagati, anche se coinvolti in una procedura di gara d'appalto, non è di per sé sufficiente a dimostrare l'esistenza di un'illecita intesa finalizzata a turbare il corretto svolgimento della gara stessa e a pilotarne l'esito. È necessario che vi siano elementi oggettivi e concreti che comprovino l'effettiva realizzazione di condotte anticoncorrenziali, non potendosi desumere automaticamente l'esistenza di un'illecita collusione tra i partecipanti alla gara dalla sola circostanza di pregresse relazioni personali tra gli stessi. Il giudice, nel valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza ai fini dell'applicazione di una misura cautelare, deve pertanto effettuare un'attenta disamina di tutti gli elementi di fatto emersi nel corso delle indagini, senza basarsi su meri sospetti o su inferenze logiche non sorrette da riscontri probatori oggettivi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SERPICO Francesco - Presidente

Dott. MILO Nicola - rel. Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PMT PRESSO TRIBUNALE DI MASSA;

nei confronti di:

1) RO. MA. CE. N. IL (OMESSO) C/;

avverso l'ordinanza n. 563/2010 TRIB. LIBERTA' di GENOVA, del 04-06/08/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. NICOLA MILO;

sentite le conclusioni del P.G. Dott. RIELLO Luigi che ha chiesto l'annullamento con rinvio dell'ordinanza;

udito il difensore avv. DI MATTIA M., che ha concluso per il rigetto d…

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