Cassazione penale Sez. V sentenza n. 32764 del 2 settembre 2021

ECLI:IT:CASS:2021:32764PEN

Massima

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Il reato di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, di cui all'art. 74 del D.P.R. n. 309 del 1990, si differenzia dal concorso di persone nel reato continuato di detenzione e spaccio di stupefacenti non solo per il carattere dell'accordo criminoso, avente ad oggetto la commissione di una serie non preventivamente determinata di delitti e la permanenza del vincolo associativo, ma anche per l'esistenza di una organizzazione che consenta la realizzazione concreta del programma criminoso. Pertanto, ai fini della configurabilità del reato associativo, non è sufficiente il mero accordo tra i compartecipi, ma è necessario l'accertamento di una struttura organizzativa stabile, frutto del concerto di intenti e di azione tra gli associati, idonea a realizzare in modo concreto il programma criminoso. Tale elemento organizzativo, che costituisce il quid pluris rispetto al semplice concorso di persone, deve essere adeguatamente dimostrato in sede cautelare attraverso elementi indiziari idonei a fondare un giudizio di qualificata probabilità di colpevolezza, non potendosi ritenere sufficiente una mera affermazione assertiva della sua sussistenza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MICCOLI Grazia - Presidente

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. SESSA Renata - rel. Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. CARUSILLO Elena - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 11/02/2021 del TRIB. LIBERTA' di ROMA;
udita la relazione svolta dal Consigliere SESSA RENATA;
lette le conclusioni del PG EPIDENDIO TOMASO che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso Decreto Legge n. 137 del 2020, ex articolo 13, comma 8.
Il difensore ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza impugnata, il Tribunale del riesame di Roma ha confermato il provvedimento co…

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