Cassazione penale Sez. V sentenza n. 30055 del 29 luglio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:30055PEN

Massima

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Il reato di falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficente sulla identità o su qualità personali proprie o di altri (art. 495 c.p.) sussiste anche quando l'imputato abbia fornito in più occasioni diverse generalità, poiché solo una di esse può essere veritiera, mentre le altre sono necessariamente false; in tal caso, ai fini della prescrizione, rileva la data dell'ultima dichiarazione mendace, in applicazione del principio del favor rei, salvo che non sia possibile accertare con certezza la data della commissione del reato, nel qual caso il tempus commissi delicti può rilevare solo ai fini della prescrizione. Pertanto, il fatto che l'imputato abbia fornito in precedenza false generalità non esclude la sussistenza del reato, essendo sufficiente l'accertamento della falsità dell'ultima dichiarazione resa, a prescindere dalla veridicità o meno delle precedenti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - rel. Consigliere

Dott. BRUNO ((omissis)) - Consigliere

Dott. ARMANO Uliana - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) ND. AB. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1499/2009 CORTE APPELLO di TORINO, del 26/06/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 11/06/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MAURIZIO FUMO;

Udito il PG in persona del sost. proc. gen. dott. Galati G. che ha concluso chiedendo dichiararsi inammissibile il ricorso.

OSSERVA

quanto segue:

La Corte di appello di Torino, con sentenza 26.6.2009, ha con…

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