Cassazione penale Sez. I sentenza n. 2757 del 20 gennaio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:2757PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, ai fini della valutazione della sussistenza delle esigenze cautelari, non può essere desunto esclusivamente dalla gravità del titolo di reato, ma deve essere accertato sulla base di elementi concreti e attuali, quali il pregresso comportamento criminale dell'indagato, le modalità e le circostanze del fatto, nonché i collegamenti con ambienti criminali di spessore, tali da rendere l'indagato persona assolutamente inaffidabile e incapace di contenere i propri impulsi delinquenziali. In tale contesto, la misura cautelare più afflittiva della custodia in carcere può ritenersi adeguata e proporzionata, anche in considerazione dell'inidoneità di misure meno gravose, come gli arresti domiciliari con controllo elettronico, a fronteggiare in modo efficace il concreto e attuale pericolo di reiterazione del reato, specie quando il luogo di commissione del fatto coincide con il domicilio dell'indagato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI TOMASSI Maria Stefani - Presidente

Dott. CAVALLO Aldo - rel. Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella P. - Consigliere

Dott. CASA Filippo - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 1958/2015 TRIB. LIBERTA' di CATANIA, del 03/12/2015;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ALDO CAVALLO;
lette le conclusioni del PG Dott. POLICASTRO Aldo, il quale ha chiesto che il ricorso sia dichiarato inammissibile.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribunale di Catania, con ordinanza deliberata il 3 dicembre 2015, ha rigettato l'istanza proposta da (OMISSIS)…

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