Tribunale Amministrativo Regionale Abruzzo - L'Aquila sentenza n. 843 del 2004

ECLI:IT:TARAQ:2004:843SENT

Massima

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Il mancato tempestivo impugnazione di atti amministrativi ritenuti illegittimi dal ricorrente, quali concessioni edilizie assentite a terzi, comporta l'inammissibilità di successivi ricorsi diretti unicamente all'annullamento di un atto di diniego di intervento in autotutela, in quanto l'esercizio del potere di autotutela è rimesso alla discrezionalità della pubblica amministrazione e non può essere imposto dal privato che non abbia previamente tutelato i propri interessi mediante l'impugnazione degli atti ritenuti lesivi. Infatti, il principio di tutela dell'affidamento e della certezza dei rapporti giuridici impone che il privato agisca tempestivamente per far valere le proprie ragioni, senza poter pretendere l'esercizio del potere di autotutela da parte della pubblica amministrazione, la quale valuta discrezionalmente l'opportunità di intervenire a distanza di tempo per rimuovere atti ritenuti illegittimi, bilanciando l'interesse pubblico con quello dei soggetti che hanno confidato nella stabilità del provvedimento. Pertanto, il mancato tempestivo esercizio dell'azione impugnatoria da parte del ricorrente, pur in presenza di concessioni edilizie ritenute illegittime, determina l'inammissibilità di successivi ricorsi diretti unicamente all'annullamento del diniego di autotutela, in quanto il privato non può imporre alla pubblica amministrazione l'esercizio di un potere discrezionale.

Sentenza completa

ESPOSIZIONE DEL FATTO
Con ricorsi notificati (al comune dell'Aquila e alla A. s.r.l.), il primo, il 16/2/2001; il secondo il 20/2/2001 e depositati entrambi il 17/3 successivo, il sig. S. ha impugnato l'atto sopra indicato - con il quale il Dirigente del Settore Territorio gli comunicava che, in relazione alla sua istanza di annullamento di concessione edilizia n. 32/1991 e successiva variante n. 40/1994 (rilasciate entrambe alla soc. A. s.r.l.), l'Organismo Collegiale Interno, pur rilevando che le concessioni stesse presentassero contrasti con gli artt. 9 e 47 delle NTA del P.R.G. in quanto il fabbricato autorizzato non risultava rispettare le distanze dai fabbricati frontistanti, all'unanimità aveva ritenuto di non dovere annullare le concessioni di cui sopra "poiché, a fronte del consistente lasso di tempo intercorso tra il rilascio di esse e la richiesta di annullamento, non risulta(va) sussistere un interesse pubblico concreto, attuale e specifico p…

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