Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'annullare l'ordinanza di demolizione di opere edilizie realizzate in base a un titolo abilitativo successivamente annullato, ha affermato il seguente principio di diritto: In caso di annullamento giurisdizionale di un permesso di costruire, l'amministrazione comunale non è automaticamente vincolata ad adottare misure ripristinatorie mediante la demolizione delle opere realizzate, dovendo invece valutare, in applicazione dell'art. 38 del D.P.R. n. 380/2001, se sia possibile la rimozione dei vizi della procedura amministrativa che hanno condotto all'annullamento del titolo, ovvero se la demolizione sia effettivamente necessaria senza recare pregiudizio ad altri beni o opere regolari. Tale valutazione, di natura tipicamente discrezionale, deve essere adeguatamente motivata dall'amministrazione, tenendo conto anche della natura vincolata dell'immobile e della necessità di non arrecare danno o distruzione ai valori oggetto di tutela paesaggistica e culturale, ai sensi dell'art. 20 del d.lgs. n. 42/2004. L'art. 38 del D.P.R. n. 380/2001 prevede infatti una gamma articolata di possibili soluzioni alternative alla demolizione, quali la sanatoria della procedura o l'applicazione di una sanzione pecuniaria, da valutare in relazione alla gravità della violazione urbanistica e al rispetto delle posizioni giuridiche soggettive del privato che aveva confidato nell'esercizio legittimo del potere amministrativo.