La qualifica di pubblico ufficiale, ai sensi dell'art. 357 c.p., spetta a tutti coloro che, dipendenti di un ente pubblico o comunque esplicanti compiti da questo loro affidati, abbiano nei confronti dei terzi poteri certificativi o autoritativi, a prescindere dalla natura privatistica o pubblicistica dell'attività svolta. Pertanto, il peculato e il falso ideologico in atto pubblico possono configurarsi anche in capo a soggetti che, pur non essendo formalmente inquadrati come pubblici dipendenti, svolgano di fatto funzioni pubbliche nell'ambito di progetti e iniziative promossi da enti pubblici, come il Progetto Investigativo Territoriale (PIT), che, ancorché costituito mediante accordo di partenariato tra enti locali, persegue finalità di interesse pubblico nell'attuazione delle politiche di sviluppo regionale. Inoltre, l'ipotesi di peculato può essere integrata anche in assenza del materiale possesso del denaro pubblico, qualora emerga la condotta di indebita appropriazione o distrazione di risorse pubbliche, configurandosi in tal caso il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato di cui all'art. 640, comma 2, n. 1, c.p.