Cassazione penale Sez. II sentenza n. 37407 del 12 settembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:37407PEN

Massima

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Il tentativo di impossessarsi con violenza o minaccia di un bene altrui, al fine di impedire la pubblicazione di immagini riguardanti una persona nota, integra il reato di tentata rapina aggravata, anche in assenza di un interesse materiale o psichico diretto nell'appropriazione del bene, essendo sufficiente l'intento di sottrarre il mezzo attraverso il quale si sarebbe potuta realizzare la pubblicazione indesiderata. Le valutazioni di merito operate dai giudici di legittimità in ordine alla sussistenza degli elementi costitutivi del reato, compresa la valutazione delle dichiarazioni della persona offesa, sono insindacabili in sede di legittimità, purché siano conformi ai principi giurisprudenziali e scevri da vizi logici. Non è configurabile la derubricazione del fatto nei reati di violenza privata o esercizio arbitrario delle proprie ragioni, atteso che l'interesse perseguito dall'agente, seppur non di natura patrimoniale, è comunque incompatibile con tali fattispecie.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. CAMMINO Matilde - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

ricorre avverso la sentenza, in data 6 giugno 2012, della Corte d'appello di Lecce;

Sentita la relazione della causa fatta dal consigliere Dott. ((omissis));

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, dott. DELEHAYE Enrico il quale ha concluso chiedendo la riqualificazione del fatto come esercizio arbitrario delle proprie ragioni e con il rigetto nel resto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

(OMISSIS) ricor…

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