Consiglio di Stato sentenza n. 3171 del 2024

ECLI:IT:CDS:2024:3171SENT

Massima

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Il termine trimestrale previsto dall'art. 39, comma 4, della legge n. 724 del 1994 per l'integrazione documentale richiesta dall'amministrazione nell'ambito di un procedimento di condono edilizio ha natura perentoria. Pertanto, il mancato rispetto di tale termine comporta l'obbligo per l'amministrazione di archiviare o rigettare l'istanza di condono, a prescindere dalla successiva produzione tardiva della documentazione richiesta. Tale previsione normativa, volta a garantire la corretta scansione dei termini procedimentali della sanatoria speciale, non ammette deroghe o eccezioni, neppure in presenza di un procedimento non ancora concluso al momento della tardiva integrazione documentale da parte del privato. L'amministrazione, una volta accertata la tardività della produzione documentale rispetto alla richiesta, è tenuta a conformarsi alla legge, senza che il privato possa dolersi di tale comportamento. Inoltre, l'omessa notifica della richiesta di integrazione documentale, pur rappresentando un vizio procedimentale, non impedisce il perfezionamento del successivo provvedimento di diniego del condono, in quanto lo scopo della notifica è comunque raggiunto mediante la prova dell'avvenuta ricezione della richiesta da parte del privato. Infine, il giudice amministrativo può pronunciarsi sulla mancanza di elementi essenziali della domanda di condono, anche se non espressamente valutati dall'amministrazione nel provvedimento impugnato, in quanto tale valutazione discende dal mero raffronto tra le richieste di integrazione documentale e gli atti depositati dal privato, senza necessità di un previo esercizio di poteri amministrativi.

Sentenza completa

Pubblicato il 05/04/2024

N. 03171/2024REG.PROV.COLL.

N. 09089/2020 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 9089 del 2020, proposto da ((omissis)), rappresentato e difeso dall'avvocato ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da registri di giustizia e domicilio fisico eletto presso lo studio del medesimo, sito in Roma, via della Scrofa n. 47;

contro

Roma Capitale, in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentato e difeso dall'avvocato ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da registri di giustizia;

per la riforma

della sentenza del T.a.r. per il Lazio (Sezione seconda) n. 8946/2020.

Visti il ricorso in appello e i relativi allegati;

Visto l…

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