Cassazione penale Sez. II sentenza n. 11140 del 13 marzo 2009

ECLI:IT:CASS:2009:11140PEN

Massima

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Il reato di associazione di tipo mafioso di cui all'art. 416-bis c.p. si configura anche quando il sodalizio criminoso abbia operato per un periodo di tempo relativamente breve, purché siano presenti gli elementi costitutivi essenziali del vincolo associativo, quali il metodo dell'intimidazione, la condizione di assoggettamento e di omertà degli associati e l'immanente prospettiva dell'azione violenta, i quali consentono di raggiungere gli obiettivi criminosi in tempi notevolmente più rapidi rispetto a quanto sarebbe possibile senza avvalersi di tali condizioni. Ai fini della sussistenza del reato associativo, non è necessaria la commissione dei delitti-scopo o di quelli ad essi strumentali, essendo sufficiente l'instaurazione del vincolo associativo, indipendentemente dall'effettiva realizzazione degli obiettivi criminosi. Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia, se sorrette da idonei riscontri, possono costituire valido elemento probatorio per l'accertamento della responsabilità dell'imputato, senza che sia necessaria una preventiva valutazione della sua credibilità soggettiva, atteso che tale profilo è già stato oggetto di valutazione da parte dei giudici di merito. La motivazione della decisione cautelare, quando sia convergente con quella del provvedimento impugnato, si integra vicendevolmente, costituendo un unico corpus motivazionale, sicché non è necessario un autonomo approfondimento di tutti gli aspetti già esaminati dal giudice di primo grado.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COSENTINO Giuseppe Mari - Presidente

Dott. MONASTERO Francesco - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

Dott. RENZO Michele - rel. Consigliere

Dott. POLICHETTI Renato - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

DE. BE. Vi.;

Visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

Udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Michele Renzo;

Sentito il Pubblico Ministero, Sost. Proc. Gen. Dott. D'ANGELO Giovanni, che ha chiesto la declaratoria d'inammissibilita' del ricorso.

La Corte osserva:

MOTIVI DELLA DECISIONE

In data 4 luglio 2008 il G.I.P. presso …

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