Cassazione penale Sez. II sentenza n. 21423 del 22 maggio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:21423PEN

Massima

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Il criterio discretivo tra il reato di truffa e quello di estorsione risiede essenzialmente nel diverso modo di atteggiarsi della condotta lesiva posta in essere dall'autore del reato e della sua incidenza nella sfera soggettiva della vittima. Ricorre il reato di truffa quando il male viene ventilato come possibile ed eventuale e comunque non proveniente direttamente o indirettamente da chi lo prospetta, in modo che la persona offesa non è coartata, ma si determina alla prestazione (costituente l'ingiusto profitto dell'agente), perché tratta in errore dall'esposizione di un pericolo inesistente. Si configura invece il reato di estorsione quando il male viene indicato come certo e realizzabile ad opera del reo o di altri; in tal caso la persona offesa è posta nella ineluttabile alternativa di far conseguire all'agente il preteso profitto o di subire il male minacciato. La valutazione dell'"incombenza" ineludibile del male prospettato e della sua verificabilità nel caso di omesso pagamento prospettato a sua volta quale soluzione alternativa impeditiva alla realizzazione del male ingiusto, costituisce un apprezzamento in fatto che non è suscettibile di censura in sede di legittimità, purché adeguatamente motivato. Pertanto, la qualificazione giuridica dei fatti come estorsione (consumata o tentata) piuttosto che come truffa, dipende dalla concreta modalità di atteggiarsi della condotta lesiva posta in essere dall'autore del reato e dalla sua incidenza sulla sfera soggettiva della vittima, la quale deve essere posta nella ineluttabile alternativa di subire il male minacciato o di far conseguire all'agente il preteso profitto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - rel. Consigliere

Dott. MANNA Felice - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. ALMA Marco Mari - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 376/2012 CORTE APPELLO di FIRENZE, del 18/09/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 12/02/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. UGO DE CRESCIENZO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. BALDI Fulvio che ha concluso per il rigetto del ricorso.

Udito, per la parte civile, l'avv. (OMISSIS) per le parti di (OMISSIS) e (OMISSIS) che si riporta alle conclusioni…

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