Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, ha stabilito i seguenti principi di diritto: 1. In assenza dell'approvazione del Piano regolatore portuale, l'Amministrazione non può adottare un provvedimento di diniego di concessione demaniale marittima senza aver previamente concluso il procedimento di conferenza di servizi, il cui esito deve essere valutato e motivato nel provvedimento finale. Il mancato completamento della conferenza di servizi e l'adozione di un provvedimento finale privo di tale valutazione integrano un vizio di legittimità dell'atto. 2. L'Amministrazione, nel provvedimento di diniego, deve esaminare e motivare in modo esaustivo le deduzioni e le prove documentali prodotte dal richiedente in merito all'esistenza di altri spazi idonei a consentire la dislocazione delle imbarcazioni destinate alla piccola pesca professionale, senza limitarsi ad affermare genericamente l'indisponibilità di tali spazi. Il mancato esame e la mancata motivazione su tali elementi integrano un vizio di difetto di istruttoria e di motivazione. 3. Qualora il richiedente abbia manifestato la disponibilità a riservare gratuitamente spazi per l'ormeggio delle imbarcazioni della piccola pesca professionale, l'Amministrazione deve esaminare e motivare in modo specifico tale proposta, senza limitarsi ad affermare la sua incompatibilità con la scelta di lasciare liberamente fruibile l'intera area. Il mancato esame e la mancata motivazione su tale proposta integrano un vizio di difetto di istruttoria e di motivazione. 4. In caso di inerzia dell'Amministrazione nel rideterminarsi sulla domanda di concessione, il Giudice può nominare un commissario ad acta affinché provveda in luogo dell'Amministrazione rimasta inerte.