Cassazione penale Sez. V sentenza n. 28691 del 6 luglio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:28691PEN

Massima

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Il reato di minaccia sussiste quando la condotta dell'agente, valutata nel suo complesso e nel contesto in cui si è svolta, risulta idonea a limitare la libertà psichica della persona offesa, prospettandole il pericolo di un male ingiusto, senza che sia necessario l'effettivo verificarsi di uno stato di intimidazione, essendo sufficiente l'attitudine della condotta ad intimorire, a prescindere dall'indeterminatezza del male minacciato purché questo sia ingiusto e possa essere dedotto dalla situazione contingente. L'espressione "te la farò pagare", accompagnata da altre frasi minacciose rivolte alla persona offesa, concretizza un'evidente finalità intimidatoria, in grado di incidere sulla libertà di autodeterminazione della vittima, integrando pertanto il reato di minaccia.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NAPPI Aniello - Presidente

Dott. GUARDIANO A. - rel. Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. DE MARZO Giusepp - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza pronunciata dal tribunale di Cagliari, sezione distaccata di Carbonia, l'11.6.2013;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. GUARDIANO Alfredo;

udito il Pubblico Ministero nella persona del sostituto procuratore generale Dott. FRATICELLI Mario, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

FATTO E DIRITTO

Con senten…

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