Cassazione penale Sez. V ordinanza n. 4422 del 29 gennaio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:4422PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il reato di diffamazione, ai sensi dell'art. 595 c.p., si configura quando l'agente comunica ad altri un fatto determinato, idoneo a ledere la reputazione altrui, con l'intenzione di offendere l'onore e il decoro della persona offesa. Ai fini della configurabilità del reato, non è necessario che il fatto diffamatorio sia falso, essendo sufficiente che esso sia idoneo a ledere la reputazione della persona offesa, anche se corrispondente a verità. Inoltre, la condanna al risarcimento del danno in sede penale presuppone la prova dell'effettiva sussistenza di un danno patrimoniale o non patrimoniale, derivante dalla condotta diffamatoria, da valutarsi in relazione alle concrete circostanze del caso concreto. Il giudice penale, pertanto, è tenuto a motivare adeguatamente in ordine alla sussistenza e alla quantificazione del danno risarcibile, non potendo limitarsi a una mera liquidazione equitativa. Infine, la sentenza di condanna per il reato di diffamazione è appellabile, ai sensi dell'art. 37, comma 1, del D.Lgs. n. 274 del 2000.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) CE. AN., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 03/11/2005 GIUDICE DI PACE di PRATO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROTELLA MARIO;

udite le conclusioni del P.G., Dott. IZZO Gioacchino, di trasmissione atti al tribunale.

RITENUTO IN FATTO E DIRITTO

1 - CE. An., condannato ad euro 200,00, di multa da…

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