Cassazione penale Sez. I sentenza n. 10021 del 7 marzo 2019

ECLI:IT:CASS:2019:10021PEN

Massima

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La presunzione relativa di pericolosità sociale, prevista per i reati di partecipazione ad associazione di tipo mafioso, può essere superata solo quando emergano elementi che dimostrino la stabile rescissione dei legami dell'indagato con l'organizzazione criminale o, quantomeno, il suo allontanamento dalla stessa. Tuttavia, il trascorrere di un rilevante periodo di tempo dai fatti contestati, non segnato da condotte sintomatiche di perdurante pericolosità (c.d. "tempo silente"), deve essere espressamente considerato dal giudice, potendo rientrare tra gli "elementi dai quali risulti che non sussistono esigenze cautelari" ai sensi dell'art. 275, comma 2, c.p.p. Ciò non esclude la possibilità di applicare la custodia cautelare in carcere, qualora permangano concreti e attuali indizi di colpevolezza e di pericolosità sociale dell'indagato, desunti da elementi oggettivi e soggettivi, non superati da convincenti prove contrarie.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MAZZEI Antonella P. - Presidente

Dott. BONI Monica - Consigliere

Dott. SANTALUCIA Giuseppe - Consigliere

Dott. ESPOSITO Aldo - Consigliere

Dott. CENTOFANTI Francesc - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 19/07/2018 del Tribunale di Bari;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso;
udito il difensore, avvocato (OMISSIS), che ha chiesto accogliersi il ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribunale di Bari, investito di…

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